Coppia e salute
Recenti studi sul cervello umano hanno svelato che gli esseri umani sono geneticamente destinati ad innamorarsi e che le coppie non sono necessariamente destinate a restare unite, o a durare eternamente. Quando si incomincia a perdere interesse per il partner, a trovarlo poco attraente e a volersi unire ad un’altra persona, probabilmente siamo nel bel mezzo di una crisi di coppia. I problemi di coppia iniziano quando dall’innamoramento si passa alla “fase di transizione”. In questa fase l’eccitamento di conoscere a fondo l’altra persona e la passione dei rapporti sessuali diminuiscono o svaniscono, mentre i sentimenti divengono basati su una valutazione più realistica del partner. Si iniziano a percepire i difetti dell’altro ed i due partner non si sentono più corrisposti nel soddisfacimento dei loro desideri e bisogni ed iniziano ad affiorare le differenze. Il rapporto di coppia è una relazione tra due persone che comunicano spesso basandosi sulla presunzione di conoscersi più o meno approfonditamente. Ed è proprio questo aspetto, cioè la presunzione della conoscenza dell'altro l'elemento più critico ed allo stesso tempo significativo della vita a due, che spesso riserva ad entrambi amare sorprese. Infatti, spesso si pensa di conoscere il proprio partner molto bene, salvo poi a scoprire con grande delusione che di questa persona con la quale si può aver vissuto anche a lungo, si aveva una conoscenza piuttosto superficiale, soprattutto se essa inconsciamente o magari intenzionalmente ha comunicato ed agito con il preciso scopo di far conoscere al proprio partner la parte migliore di sé, nascondendo volutamente quella parte di sé che non si accetta o che si intende volutamente tenere segreta, o addirittura ignota a se stessi. Nasce la delusione e si incomincia a non si comunicare più, o si comunica male.
Quando nascono delle incomprensioni, dei dispiaceri o delle ferite emotive all’interno di un rapporto di coppia, uno dei due può ritirarsi affettivamente. Non si riesce o non si vuole più comunicare con l’altro, per paura di essere rifiutati, criticati o più semplicemente non capiti.
Tutto questo coglie emotivamente impreparata la coppia, che inizia ad interrogarsi sull’opportunità di continuare una relazione sempre più deludente. I conflitti iniziano ad emergere perchè ciascuno cerca di forzare l’altro a corrispondere maggiormente ai propri desideri e ne mette alla prova l’amore. Sono motivi di conflitto il disaccordo sui valori personali, le dinamiche di potere, i problemi organizzativi e di comunicazione.
Presa consapevolezza dell’esistenza di una crisi ci si può lavorare su. Da soli o in una terapia di coppia. Ignorare il problema non è una buona soluzione poiché quando le crisi vengono ignorate possono portare al disamore, alla continuazione in condizioni di continuo conflitto e malessere psicologico o alla rottura del rapporto ed alla conseguente separazione.
Nella scala dei valori immunologici, il trauma che danneggia maggiormente le nostre difese immunitarie è il lutto, ma è seguito subito dopo dalla separazione affettiva. Possiamo, quindi, considerarle della stessa importanza. Per vivere sereni bisogna superare questa paura, evitando così quella dipendenza affettiva che produce tante sofferenze.
Possiamo distinguere quattro fasi che caratterizzano la fine di un rapporto:
Fase di negazione: Il partner che viene lasciato rifiuta la realtà dei fatti e cerca in tutti i modi di recuperare la relazione interrotta. Spesso usa i figli come tramite, inviando messaggi di riappacificazione e di implorazione a tornare insieme. Le emozioni prevalenti sono l’angoscia e la collera, che possono essere seguite dal desiderio di punizione e vendetta.
Fase della resistenza: Gradualmente acquista consapevolezza della fine del proprio rapporto coniugale. È la fase degli scontri e dei conflitti. Si alternano ricatti e accuse con affettuosità. Queste sembrano essere le uniche modalità per mantenere un rapporto con l’ex partner.
Fase della depressione: Si prende atto dell’irreversibilità della situazione. è un periodo di dolore, di scoraggiamento, con stati depressivi anche forti.
Fase dell’accettazione: Piano piano, con il passare del tempo, i sentimenti dolorosi legati all’abbandono si affievoliscono. È ora possibile guardare verso il futuro ed elaborare un progetto di vita alternativo.
Le persone che vivono un rapporto di coppia infelice ma continuano lo stesso a convivere insieme hanno ripercussioni sulla salute. A farne le spese è l'autostima, ma viene coinvolta anche la salute fisica e psicologica. Due ricercatori americani, Daniel Hawkins e Alan Booth, per un periodo di 12 anni hanno condotto uno studio che ha coinvolto 1.150 volontari presso la Penn State University. La conclusione è stata che qualora marito e moglie continuino a vivere insieme ma in una situazione di infelicità (relativa al rapporto di coppia), si è meno soddisfatti della propria vita, i livelli di autostima si abbassano e la salute peggiora.
Un rapporto di coppia che funziona porta notevoli benefici, continuare a convivere nell'infelicità porta più problemi di quelli che potrebbe dare un divorzio. La mia opinione è quella che sia meglio prevenire i problemi, concentrandosi sulla qualità del proprio matrimonio, lavorando sulla comunicazione nella coppia.
Articolo divulgativo a cura di Dott.ssa Cristina Puglia Psicologa e Psicoterapeuta